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Data: 29/11/2011

Trasporto aereo

La Commissione ha invitato l’Italia, insieme ad Austria, Germania e Lussemburgo ad adottare provvedimenti legislativi per attuare la normativa Ue e garantire che i diritti aeroportuali siano trasparenti e non discriminatori. I quattro Paesi non hanno comunicato alla Commissione l'adozione dei provvedimenti necessari per conformarsi alla direttiva vigente, benché fossero tenuti a farlo entro il 15 marzo scorso. Un'attuazione non adeguata della direttiva potrebbe comportare per i passeggeri costi più elevati del dovuto per gli spostamenti in aereo, sia nell'Unione europea sia per i voli a lungo raggio in partenza dall’Ue.
La richiesta della Commissione è formulata attraverso parere motivato: due mesi di tempo per comunicare le misure adottate per recepire le disposizioni, in caso contrario la Commissione potrà adire la Corte di giustizia.


Diritto del lavoro

La Commissione europea ha chiesto a Italia, Grecia Lussemburgo e Paesi Bassi di recepire la nuova direttiva sul comitato aziendale europeo . La richiesta è in forma di parere motivato nell'ambito di un procedimento per infrazione: se i quattro paesi non provvederanno entro due mesi a trasporre la direttiva, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia europea.
Gli Stati membri dovevano adottare entro il 5 giugno e comunicare alla Commissione le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva.
In Grecia, in Lussemburgo e nei Paesi Bassi la procedura di adozione delle disposizioni nazionali è in corso.
Dall'Italia la Commissione non ha invece ricevuto nessuna informazione. La direttiva 2009/38/CE , che rifonde e sostituisce una precedente, definisce il nuovo quadro giuridico della costituzione e del funzionamento dei comitati aziendali europei: attraverso questi organi, che rappresentano i dipendenti europei di una società, i lavoratori sono informati e consultati dalla direzione, a livello transnazionale, sulla situazione dell'impresa e su ogni decisione importante che li riguardi.


Sicurezza marittima

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di adottare la legislazione nazionale che attua le nuove disposizioni e norme di sicurezza europee per le navi passeggeri. La richiesta è formulata attraverso parere motivato, con possibilità di adire dopo due mesi la Corte di giustizia Ue.
L'Italia non ha comunicato alla Commissione le misure adottate ai fini dell'attuazione della nuova direttiva sulle disposizioni e le norme di sicurezza per le navi da passeggeri benché una richiesta in tal senso le fosse stata indirizzata il 29 giugno 2011.
L'obiettivo della direttiva è garantire che i requisiti di sicurezza per le navi adibite ai viaggi nazionali tengano conto delle disposizioni in materia di sicurezza previste per le navi adibite ai viaggi internazionali.


Libera circolazione dei capitali

La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea in quanto ritiene che alcune disposizioni della normativa italiana che conferisce poteri speciali allo Stato italiano nelle società privatizzate operanti in settori strategici come le telecomunicazioni e l'energia impongano restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento (articoli 63 e 49 del Trattato di fondazione dell’Unione europea). Uno o più di questi poteri speciali sono stati introdotti negli statuti di Enel, Eni, Telecom Italia e Finmeccanica.
La legislazione italiana stabilisce che allo Stato possano essere conferiti poteri speciali per salvaguardarne gli interessi fondamentali.
Lo Stato italiano ha il potere di opporsi sia all'acquisto di azioni che alla conclusione di patti da parte degli azionisti che detengono una quota del diritto di voto (pari al 5% o inferiore, se così stabilito). Lo Stato può anche opporsi a talune decisioni prese dalle imprese, ad esempio riguardo a fusioni o scorporazioni.
La Commissione ritiene che tali poteri rendano gli investimenti diretti e di portafoglio meno vantaggiosi e che quindi scoraggino i potenziali investitori stabiliti in altri Stati membri dall'acquistare azioni di queste società.
Sulla base di contatti con le autorità italiane che inducono a pensare che entro breve l'Italia riuscirà a conformarsi alla legislazione Ue, la Commissione europea ha deciso di rimandare di un mese l'esecuzione della decisione di rinvio dinnanzi alla Corte.


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