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Data: 27/01/2012

Privacy: il nostro “diritto all’oblio”

La normativa europea sulla privacy in internet si basa, attualmente, su una serie di norme nazionali che si rifanno ad una direttiva europea del 1995, ben prima dell’esplosione della rete. Secondo il Commissario europeo per la Giustiza Viviane Reading, è arrivato il momento di superare le normativa nazionali con una norma europea e ha presentato nei giorni scorsi a Parlamento e Consiglio europeo la proposta di rivoluzionare le leggi sulla protezione dei dati sul web. Si parte dal cosiddetto “diritto all’oblio”, cioè il diritto di vedere cancellati da internet quei dati o quelle notizie che ci riguardano ma che non vogliamo che siano più diffusi. Secondo la Commissione europea il nuovo regolamento darà benefici alla privacy dei consumatori, ma anche e soprattutto alle imprese che potranno risparmiare 2,3 mld di euro all'anno soltanto grazie alla semplificazione burocratica e che vedranno crescere il mercato digitale parallelamente all'aumento della fiducia dei cittadini. Decisamente contrari, invece, gli operatori europei di tlc (Etno), secondo i quali invece “aumentano gli obblighi amministrativi”, quanto dall'associazione mondiale dei pubblicitari (Wfa) che temono ripercussioni sul modello di “pubblicità mirata comportamentale” che di fatto sostiene l'intera economia digitale. Tra le principali novità, sanzioni durissime per le società che non si adeguano e il fatto che ogni cittadino potrà rivolgersi all'authority nazionale che funzionerà da sportello unico per qualsiasi reclamo o richiesta. (P. T.) Pacchetto stampa "riforma protezione dati"; Commissione europea – protezione dei dati


L'UE finanzia ricercatori senior di alto livello

Con un bilancio pari a poco più di 660 milioni di euro, il Consiglio europeo della ricerca (CRE) assegna a 294 ricercatori di alto livello le sovvenzioni previste dal quarto concorso "Advanced Grant". Nel corso dei prossimi 5 anni questi scienziati si dedicheranno a innovative ricerche teoriche (le cosiddette ricerche 'blue sky') in tutta Europa. Aperte a tutti i settori, le sovvenzioni ammonteranno a 3,5 milioni di euro per ricercatore.


Euro-mediterraneo: a Bari terza Assemblea ARLEM.

Il 30 gennaio prossimo si terrà a Bari la terza sessione plenaria dell’ARLEM (Assemblea delle Regioni dell’area del Mediterraneo). Temi centrali del dibattito saranno i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, i patrimoni culturali e il regolamento delle piccole e medie imprese per favorire lo sviluppo delle economie euro mediterranee. L’assemblea sarà presieduta da Mercedes Bresso, presidente del Comitato delle Regioni e dei poteri locali (CdR) e copresidente della stessa Assemblea, e da Mohamed Boudra, governatore marocchino del Taza-Al Hoceima-Taounate. A un anno dalla Primavera araba, la discussione e l’adozione di un rapporto su “La dimensione territoriale dell’Unione del Mediterraneo” stilato dall’ARLEM sarà l’occasione di scambio di pareri ed esperienze sulla possibilità di incrementare collaborazioni e progetti tra regioni e città dell’area mediterranea. L’incontro consentirà inoltre di discutere sulle opportunità di cooperazione dopo la recente evoluzione degli assetti istituzionali di diversi Paesi dell’area del Mediterraneo anche attraverso il decentramento amministrativo degli enti locali. Particolare attenzione sarà rivolta alla presenza dei rappresentanti della Tunisia e dell’Egitto, recentemente nominati dai rispettivi governi. (V.V) Approfondisci


Vendite on-line più sicure

La Commissione ha recentemente proposto misure per raddoppiare le vendite al dettaglio online entro il 2015, assicurando una migliore protezione dei consumatori, più informazione e una scelta più ampia. Le proposte mirano, tra l’altro, a facilitare l'acquisto online di prodotti e servizi (compresi musica e film), ad assicurare una consegna più efficiente ed economica dei prodotti in tutta Europa e ad obbligare i venditori online a dare maggiori informazioni sui loro prodotti e prezzi.


Politica della pesca, Wwf: “sia sostenibile”

E' diventata 'sempre più insostenibile' l'attività dei 718 pescherecci, che rappresentano il 25% della flotta Ue in termini di stazza lorda, che, dagli anni Ottanta, si sono spinti più lontano nei mari e oceani del mondo per pescare e trovare nuovi stock di pesce, anche totalmente ignoti a noi consumatori italiani. E' quanto emerge dal nuovo rapporto Wwf "L'espansione delle flotte europee ed internazionali nell'oceano dal 1950 ad oggi. Un 'primato negativo'. L'Unione europea consuma il 25% del pesce del mondo ed importa il 65% dei prodotti della pesca disponibili sui propri mercati interni. Gran parte delle flotte concentrano i propri sforzi all'estero, col favore di accordi di pesca con i Paesi in via di sviluppo. Perciò il Wwf ha avviato una petizione on line e per avviare la riforma della Politica Comunitaria della Pesca (PCP), affinché essa sia sostenibile, sia in Europa che nel mondo.

Sito web: www.aiccre.it


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