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Data: 21/11/2014

La legge prevede la decadenza dell’idoneità delle ONG che fino ad oggi era accordata dalla DGCS del MAE. Può spiegare concretamente come saranno individuate in futuro le organizzazioni “abilitate a lavorare nella cooperazione” ed “eleggibili” per gli strumenti finanziari e le risorse?

Viene riconosciuta la necessità di mantenere una certa specializzazione per le organizzazioni della società civile che operano nel campo della cooperazione internazionale e devono gestire fondi pubblici. Per facilitare la partecipazione ai bandi delle organizzazioni specializzate sarà compilato un elenco delle stesse sulla base di criteri stabiliti dal Comitato congiunto, il motore politico della nuova azione di cooperazione, costituito dai due direttori di Agenzia e Dgcs e dal Viceministro. Non sono in grado di dire quali saranno i criteri ma sarà un passaggio importante per verificare l’effettività dell’azione delle Ong così come per riqualificare l’elenco e concordare tra tutti i soggetti nuovi standard meno burocratici quanto si vuole, meno formalistici ma esigenti quanto a trasparenza, capacità professionale di gestione delle risorse, effettività e continuità nello svolgimento dei programmi di cooperazione.

A proposito di risorse, tutti gli operatori del settore concordano sul fatto che la DGCS non sia stata in grado fino ad oggi di gestire le risorse in modo trasparente, puntuale ed efficace. Nonostante la lenta inversione di tendenza degli ultimi anni la Cooperazione Italiana non ha una bella fama soprattutto con chi ci ha a che fare quotidianamente. In molti temono che l’Agenzia sarà organizzata in piena continuità con la DGCS e che ne erediterà le farraginose procedure. Ci può rassicurare?

Sia chiaro l’esigenza di un controllo attento sull’utilizzo delle risorse pubbliche, sempre ma in particolar modo di questi tempi, rimane una priorità. Le nuove leggi in materia di trasparenza, anticorruzione, appalti pubblici, razionalizzazione delle spese sono giusti capisaldi di una nuova Italia che deve ritrovare dignità, etica pubblica e mostrarsi all’esterno migliore degli altri. Il rispetto dei tempi nel trasferire le risorse per i progetti e nella gestione delle procedure comporterà un notevole esercizio di management delle pubbliche amministrazioni per rispettare standard obbligatori europei. La sfida è sostituire procedure inutilmente vessatorie, formalistiche e burocratiche con controlli più mirati alla sostanza. La legge parla di criteri innovativi di misurazione dell’impatto sociale, libera l’Agenzia dal pedissequo rispetto delle normative della contabilità di Stato e dalle procedure ossessive di controllo ragionieristico di carte e timbri. Questo però non potrà voler dire, in alcun modo, un allentamento del controllo su come vengono spesi i soldi dei contribuenti. Dovremmo per forza riuscire a rendicontare agli italiani quanto ha prodotto ogni singolo euro, riducendo il costo delle spese di amministrazione. Ne va della credibilità di tutti noi. Uno sforzo di trasparenza, organizzazione, standardizzazione e professionalità verrà chiesto all’Agenzia che dovrà dare l’esempio ma sarà richiesto a tutti gli attori, anche alle organizzazioni della società civile.

Lei conosce il nostro blog Info-Cooperazione? Cosa ne pensa? Ci può dare dei suggerimenti per il futuro?

Naturalmente conosco il vostro blog. Lo trovo utilissimo sul piano dell’informazione tecnica e specialistica che va dai bandi alle vacancies ma sono sicuro che, probabilmente con maggiori risorse, potreste diventare un punto di riferimento del dibattito sulle policies, sulle strategie dell’economia dello sviluppo e dei nuovi temi come quello dei public goods. Serve sicuramente in Italia un luogo che, con approccio moderno e non tardo ideologico, ci proponga idee, sollecitazioni e riflessioni su quello che sarà non tanto il futuro della cooperazione quanto il vero orizzonte della politica estera italiana.


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