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L’Euro-Attualità -La diversità sul luogo di lavoro porta vantaggi commerciali

Data: 28/11/2005

Relazione della Commissione sulle buone pratiche

La relazione sarà presentata nel corso di una conferenza che riunisce a Bruxelles oltre dirigenti, autorità nazionali, parti sociali e rappresentanti delle ONG. Secondo un nuovo sondaggio della C.E., l’83% delle imprese che applicano politiche in favore della diversità ne riconosce i vantaggi commerciali, soprattutto una più vasta scelta al momento di assumere personale e la possibilità di trattenere i lavoratori migliori, di stabilire relazioni umane più solide e di offrire un’immagine migliore. Tuttavia circa la metà delle imprese che hanno risposto al sondaggio deve ancora introdurre politiche di questo tipo. Mentre le imprese dell’Europa settentrionale e occidentale hanno ampiamente sperimentato le politiche a favore della diversità, quelle dell’Europa meridionale e dei nuovi paesi membri sottolineano la necessità di maggiori informazioni sulle modalità per introdurre queste politiche.
La nuova relazione della C.E. mette l’accento sulle politiche della diversità che promuovono la non discriminazione sul posto di lavoro per motivi basati sull’origine etnica o la razza, la disabilità, la religione o le convinzioni personali, l’età o l’orientamento sessuale.
Vladimir Spidla, commissario europeo responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, ha dichiarato che questo studio “mostra chiaramente che le imprese stanno compiendo continui progressi nell’attuazione di strategie a favore della diversità e della parità sul luogo di lavoro. Non lo fanno solo per ragioni etiche e giuridiche, ma anche per gli evidenti vantaggi commerciali. Vale la pena sottolineare che numerose imprese intendono andare oltre il semplice rispetto degli obblighi di legge e assumere un ruolo guida nelle questioni relative alla diversità”. Il vantaggio commerciale più importante delle politiche a favore della diversità, evidenziato dal 42% delle imprese che hanno risposto al sondaggio, è la soluzione al problema della carenza di personale e l’assunzione e il mantenimento sul posto di lavoro di personale altamente qualificato. Il problema della forza lavoro assume importanza crescente dal momento che la mano d’opera comincia a diminuire per effetto dell’evoluzione demografica. Il secondo vantaggio commerciale, secondo il 38% di coloro che hanno risposto, è il consolidamento della reputazione e della posizione dell’impresa nella comunità locale. Più del 26% delle imprese, inoltre, ha rilevato un miglioramento della propria capacità di creazione e innovazione.
Il 50% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio è impegnato attivamente nella promozione della diversità sul posto di lavoro. Molte imprese hanno sottolineato che ciò che le spinge ad applicare strategie a favore della diversità non è la necessità di rispettare gli obblighi di legge ma i risultati che si aspettano di ottenere.
Oltre all’analisi del sondaggio, la relazione elenca anche una serie di esempi di buone pratiche raccolti nelle imprese che applicano politiche a favore della diversità. Si tratta, ad esempio, di formare il personale sulla lotta contro la discriminazione, di creare reti di impiegati in rappresentantanza dei disabili, degli omosessuali e delle minoranze etniche, di lanciare campagne di informazione sul valore dei lavoratori più anziani, di fissare per i quadri obiettivi da raggiungere in termini di diversità associandoli alla valutazione dei risultati.
Le buone pratiche illustrano fino a che punto le politiche a favore della diversità consentono di ottenere risultati concreti: un’impresa, ad esempio, ha portato il tasso di rotazione del personale dal 25% a meno del 7,5% in meno di 4 anni, risparmiando anche sul costo del lavoro e della formazione. La maggior parte degli esempi di buone pratiche proviene, in ordine decrescente, dalle imprese di Spagna, UK, Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio. Secondo le imprese, i principali ostacoli alla promozione della diversità sono la mancata informazione e sensibilizzazione sulla pratiche in materia di diversità (20% dei pareri), la difficoltà di valutare i risultati (20%) e gli atteggiamenti e comportamenti discriminatori sul luogo di lavoro (17%). Al sondaggio svoltosi nei primi mesi del 2005, hanno partecipato circa 800 imprese, dalle aziende quotate in borsa alle PMI, che hanno risposto a domande sul loro atteggiamento e sulle loro politiche in materia di diversità, generalmente percepita come “riconoscimento e apprezzamento della differenza” sul posto di lavoro. Il 65% delle risposte proviene da PMI, che rappresentano il 90% dell’economia dell’Ue. La relazione intitolata “Argomenti economici a favore della diversità: buone pratiche sul luogo di lavoro” sarà presentata domani, nel corso della conferenza che riunisce a Bruxelles oltre 130 partecipanti tra dirigenti, autorità nazionali, parti sociali e rappresentanti delle ONG. Le discussioni in seno alla conferenza e i risultati del sondaggio, finanziato dal P


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